Calcio, vita e politica: quando uno sport diventa metafora dell’esistenza “Pensi che il gol di Turone fosse valido?” di Massimo Cini

BIO DELL’AUTORE

“Sono nato in Maremma quasi 53 anni fa. Non ho mai desiderato andare a vivere altrove. Lavoro in un’azienda che si occupa di gestione dei rifiuti. Sono sposato e ho una figlia. Il resto è scritto nel libro.”
Nella sua essenzialità, questa autobiografia in miniatura di Massimo Cini racchiude già la chiave di lettura del suo romanzo: un’opera dove la semplicità apparente nasconde profondità inaspettate, dove la vita quotidiana si intreccia con eventi che hanno segnato la storia collettiva, e dove l’identità personale è indissolubilmente legata al territorio.

SINOSSI

Il romanzo parte da un evento surreale quanto emblematico: durante una diretta sui social media nel pieno della pandemia, il 20 aprile 2020, l’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump riceve un commento inaspettato che chiede se “il gol di Turone fosse valido”.
Questo riferimento, incomprensibile per molti ma immediatamente riconoscibile per gli appassionati di calcio italiano, ci proietta indietro di trentanove anni, in una “Torino operaia e piovosa” dove un difensore della Roma, Maurizio Turone, ebbe “la buona occasione per passare alla Storia” – e la colse al volo.
Parallelamente, nella Maremma di un’infanzia lontana, un bambino trova nel calcio un sostegno per affrontare un lutto devastante: la perdita del padre. Le partite di calcio diventano non solo un diversivo, ma un tentativo di colmare un vuoto esistenziale impossibile da riempire.
Attraverso questo doppio binario narrativo, Cini intreccia il dolore personale con i risvolti sociopolitici del pallone, mostrandoci come negli anni del boom economico e delle tensioni sociali italiane, il calcio sia stato molto più di un semplice gioco.

GENERE: UNA NARRATIVA CHE SFIDA LE CATEGORIE

Definire il genere di “Pensi che il gol di Turone fosse valido?” non è semplice. Formalmente catalogato come narrativa, il romanzo si muove con disinvoltura tra memoir autobiografico, romanzo di formazione e saggio sociologico.
L’opera di Cini appartiene a quel filone letterario che utilizza lo sport, e il calcio in particolare, come lente attraverso cui osservare la società italiana, le sue trasformazioni e le sue contraddizioni. Il pallone diventa metafora dell’esistenza, con le sue regole spesso arbitrarie, le sue vittorie momentanee e le sue sconfitte che lasciano il segno.
In questo senso, l’episodio del gol di Turone – un momento controverso del calcio italiano che ancora oggi divide tifosi e commentatori – si trasforma da semplice aneddoto sportivo a simbolo di come interpretiamo la realtà: ognuno vede ciò che vuole vedere, influenzato dalle proprie passioni, convinzioni e appartenenze.

RIFERIMENTI ALLA LETTERATURA SPORTIVA

La letteratura sportiva ha una lunga e ricca tradizione, in cui lo sport diventa veicolo per esplorare dinamiche sociali, relazioni umane e passaggi esistenziali. Nel calcio in particolare, la narrativa ha trovato un terreno fertile per raccontare non solo il gioco in sé, ma ciò che il calcio rappresenta per individui e comunità.
La componente autobiografica del romanzo di Cini, con il giovane protagonista che trova nel calcio un rifugio dopo la perdita del padre, si inserisce nella tradizione dei racconti di formazione in cui lo sport diventa strumento di crescita personale e di elaborazione delle difficoltà della vita.
Allo stesso tempo, l’intreccio tra calcio e dinamiche socio-politiche richiama quella corrente di narrativa sportiva che vede nello sport non un semplice passatempo, ma un fenomeno culturale complesso che riflette e talvolta anticipa i cambiamenti della società.

Pensi che il gol di Turone fosse valido? è attualmente disponibile in pre-ordine su bookabook. I primi lettori che hanno avuto modo di conoscere questa storia hanno apprezzato la capacità dell’autore di intrecciare memoria personale e collettiva, dolore intimo e passione sportiva, in un racconto che parla di calcio per parlare, in realtà, della vita.